Il diritto a migrare e il diritto a restare sono due facce della stessa medaglia, cioè che vengano affermate le condizioni di sviluppo dei Paesi da cui provengono le persone migranti, eliminando le cause che conducono a questa scelta.
Il Primo Piano promosso quest’anno da Progettomondo si concentra proprio sul tema delle Migrazioni, invitando a guardare il fenomeno da un altro verso, ad approfondirlo e conoscerlo più da vicino. L’evento si terrà mercoledì 29 novembre alle 17.30 nella Casa Quartiere Baleno in piazzetta Orti di Spagna, a Verona, ed è aperto a tutta la cittadinanza.
“Le migrazioni rappresentano uno dei principali fenomeni umani su cui si concentra l’attenzione dell’opinione pubblica a livello mondiale, molto spesso con prese di posizione ideologiche, condite da pregiudizi e interpretazioni unilaterali e interessate, soggette a strumentalizzazioni e di rado affrontate in maniera rispondente alle sfide della sua intrinseca ed estrinseca complessità”, evidenzia il presidente di Progettomondo, Mario Mancini, che introdurrà l’evento facendo riflettere quanto per molti partire sia un obbligo per la sopravvivenza ma anche quante persone siano invece obbligate a restare loro malgrado. “Ci sono ragioni di ordine politico, economico, sociale, ambientale all’origine degli spostamenti: guerre, povertà, catastrofi naturali, ricongiungimenti, progetti individuali. “Aiutiamoli a casa loro” è una frase ideologica, di propaganda, completamente scollata dalla realtà. Se un Paese è più stabile, sicuro, pacifico e sviluppato è a vantaggio di tutti, non si aiuta quindi quel Paese, ma l’intera umanità. Inoltre per molti paesi africani la prima voce del prodotto interno lordo sono le rimesse degli immigrati e il miglior modo per aiutarli a casa loro è portarli in Europa, creando così opportunità di sviluppo”.
Dopo l’intervento di Mancini interverranno in collegamento due cooperanti di Progettomondo.
Concetta Mannino, dal Marocco, racconterà le attività nel Paese nordafricano per promuovere la migrazione responsabile e favorire al contempo processi di reinserimento nei territori di origine dei migranti di ritorno. Un impegno, quest’ultimo, documentato in una recente produzione di video e podcast con la giornalista Gloria Aura Bortolini di cui sarà data visione durante la serata. Inoltre, sia in Marocco che in Tunisia, Progettomondo è mediatore per chi arriva dall’Africa subsahariana, favorendo la presa in carico dei bisogni primari.
Proprio in Sahel Progettomondo interviene in progetti di supporto alla resilienza delle famiglie e comunità che vivono in zone di crisi umanitaria caratterizzate da importanti spostamenti di persone. Nel Sahel centrale da almeno 10 anni avvengono conflitti dettati da implosioni dei governi, anche frutto di relazioni post coloniali complicate. Questo ha creato una situazione di 6 milioni di sfollati interni. Nell’Africa subsahariana ci sono 27 milioni di rifugiati di cui 25 si trovano in altri Paesi africani, a prova che le migrazioni avvengono soprattutto con i Paesi limitrofi, prima che verso l’Europa.
Parlerà di questo il cooperante Marco Lombardo, in collegamento dal Niger, evidenziando quanto le attività di Progettomondo in Sahel, in particolare in Burkina Faso, Niger e Mali, siano rivolte simultaneamente alla popolazione residente, le cosiddette famiglie ospitanti, e alle famiglie di sfollati, con il rafforzamento dei servizi sanitari, educativi, economici, produttivi e un maggiore impegno di integrazione socio-culturale e religiosa.
Conclude Mancini: “La sfida principale è favorire la consapevolezza, nelle opinioni pubbliche nazionali dei paesi coinvolti, e nei decisori politici, che le migrazioni sono una realtà che deve essere riconosciuta, compresa, agevolata e governata insieme. Che la difesa dei confini, il contrasto allo spostamento di persone e la repressione non sono altro che dei veri ostacoli alla convivenza pacifica e un incentivo a tutte le forme di violazione dei diritti umani che da essa ne derivano.
La migrazione regolare deve essere un obiettivo per un mondo più giusto”.